Sarzana - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Sarzana
Check-in
Check-out
Altra destinazione


.: DA VEDERE
 La cattedrale di Sarzana è un maestoso edificio, rivestito di marmo bianco, che fa onore alla città.
 Si trova nella piazza dedicata al papa Niccolò V, la cui statua è posta sulla guglia del frontone, insieme a quelle di San Eutichiano e di San Sergio.
 [...] Nel 1201 il vescovo Gualterio dovette abbandonare Luni, ormai divenuta inabitabile, e stipulò un contratto con i canonici per ottenere da essi le rendite delle pievi di Sant'Andrea e di San Basilio al fine di costruire la cattedrale. E fu proprio scelta l'area di detta pieve per far sorgere il nuovo edificio che fin verso il 1300 prenderà contemporaneamente le due denominazioni.
 La convenzione fu ratificata l'anno seguente dal Papa Innocenzo III e con bolla del 15 marzo 1204 fu decretato il trasferimento della sede Vescovile. In quello stesso anno il Vescovo e i canonici, recando in processione le reliquie e il Crocifisso di Maestro Guglielmo, si trasferirono definitivamente in Sarzana, provvisoriamente nella pieve di Sant'Andrea.
Casa torre Buonaparte
 Percorrendo via Mazzini procedendo da piazza Matteotti verso Porta Romana, poco prima della Pieve di Sant'Andrea, sulla destra sorge la casa torre Buonaparte.
 E' un edificio nella cui parte bassa, rivestita in marmo, si aprono due grandi archi.
 Questa un tempo fu di proprietà della famiglia Buonaparte che si era trasferita a Sarzana intorno al 1245 probabilmente da San Miniato.
 Infatti non tutti sanno che gli avi di Napoleone ebbero un'origine sarzanese: fu proprio il sarzanese Francesco Buonaparte “il Mauro”, nobile, mercenario (Balestriere a Cavallo) nell’Armata dell’Ufficio di San Giorgio, che trasfertosi in Corsica nel 1490 e di nuovo nel 1514 diede vita al ramo corso dei Buonaparte.
 La targa sopra gli archi, tra le due finestre, ricorda questa particolarità.
Chiesa di San Francesco
 La tradizione vuole che la chiesa e l’annesso convento dedicati a San Francesco (ora sede del tribunale) siano stati voluti dal santo stesso durante una sua breve visita nella città di Sarzana.
 La parte inferiore della facciata è tutt’oggi rivestita in marmo.
 La chiesa è formata da un’unica grande navata secondo lo stile monastico-gotico del 1200-1300.
 Nel transetto di destra si trova la tomba del vescovo Bernabò Malaspina, morto nel 1338. Il monumento funebre comprende un sarcofago retto da quattro leoni e da una cariatide il tutto retto da una mensola in marmo con le figure dei simboli evangelici e gli stemmi dei Malaspina.
 Recentemente la figura del vescovo giacente sul sarcofago è stata collocata in basso, sul pavimento della chiesa, mentre un calco in gesso della figura è stato posto nel luogo originario, cioè sopra il sarcofago. Questo monumento risale presumibilmente agli anni 1338-1342 in cui i Malaspina furono signori di Sarzana.
 Nel transetto di sinistra, in alto, è collocato uno dei monumento più noti della Città: la tomba di Guarnerio degli Antelminelli, il figlio più piccolo di Castruccio Castracani, signore di Sarzana dal 1314 al 1328, morto nel 1322.
 Nella chiesa si possono ammirare alcune tele (del Carpenino, del Fiasella e altri) e la copia di un dipinto di Andrea del Sarto eseguito nel 1528. In passato, l’originale dipinto di Andrea del Sarto si trovava nella chiesa dei Domenicani. Venduto ad una famiglia genovese, giunse poi nel 1835 a Berlino dove andò distrutto, nel 1945, in conseguenza degli eventi bellici.
 La chiesa di San Francesco è importante anche per due iscrizioni di grande interesse linguistico Entrambe sono scritte sia in latino che in austro bavarese arcaico e probabilmente sono gli unici documenti del genere in Italia. Risalgono al periodo in cui a Sarzana erano presenti i mercenari tedeschi al servizio della repubblica di Genova (sec. XVI). La più antica si può leggere nella parete interna della facciata ed è una lapide in ricordo di un porta insegne morto nel 1568. L’altra iscrizione si trova fuori della chiesa al di sopra di una porta a sinistra di chi guarda la facciata. Ricorda la fondazione di un cimitero per mercenari tedeschi nel 1577. L’iscrizione è sormontata da un bassorilievo dove sono rappresentati inginocchiati, sotto il crocifisso, il capitano delle milizie tedesche al servizio di Genova e il capitano della guarnigione di Sarzana.
Fortezza di Sarzanello
 Uno dei simboli di Sarzana è la fortificazione militare che sorge sulla vicina collina di Sarzanello, da cui appunto prende la denominazione, e domina la vallata del Magra.
 Antica sede vescovile, la Fortezza fu per secoli presidio militare della vallata, centro nevralgico e strategico, fu spesso al centro delle contese militari della zona.
 Attualmente la Fortezza è visitabile solo negli orari di apertura, mentre l'intera collinetta è liberamente accessibile ed è un punto panoramico suggestivo su tutta la vallata. Sovente la Fortezza ospita eventi culturali come mostre o eventi musicali.
Palazzo Lucri
 Nell'angolo di nord-est, sulla parte sinistra, di piazza Matteotti, sorge palazzo Lucri.
 Gia Parentucelli-Calandrini è un palazzo imponente. La tradizione vuole che qui sia nato Tommaso Parentucelli il futuro Papa Niccolò V.
 Il palazzo è appoggiato su un ampio porticato. La facciata è decorata da un doppio medaglione raffigurante la Vergine Immacolata e San Giuseppe e una colonna del portico reca lo stemma della famiglia papale.
Palazzo Magni-Griffi - La Motte
 E' un significativo esempio di Classicismo settecentesco che nella scarsa ed essenziale Struttura prelude all'avvento del Neoclassicismo.
 Nella facciata scompare ogni elemento decorativo-plastico e solo la geometria delle cornici, con il gioco composito dei timpani (curvilineo e triangolare), conferisce ad essa una sobria eleganza.
 Ma è nell'atrio e nello scalone che il gusto scenografico barocco torna ad animare lo spazio di suggestive atmosfere, grazie al gioco sapiente di colonne e balaustre che filtrano la luce proveniente dal cortile interno.
Palazzo Podestà
 Raro esempio di architettura neoclassica, realizzato su progetto di Carlo Barabino (1768-1836), architetto e urbanista che nel teatro Carlo Felice di Genova (1828) ci ha lasciato il suo capolavoro.
 Nel palazzo sarzanese viene espresso un classicismo costruito, ragionato attraverso l'uso del bugnato appiattito che impronta la struttura (basamento, alti pilastri, cornicione) di severa eleganza.
 Sul tetto l'altana a forma di tempietto classico, quasi un'ideale acropoli.
Palazzo Neri
 Il palazzo della famiglia Neri é un antico palazzo di piazza Niccolò V, con la severa facciata neoclassica che prospetta proprio la cattedrale.
 Nel XVI secolo l’antica costruzione faceva parte del complesso del monastero di clausura delle Clarisse.
 Dopo la rivoluzione francese fu adibito ad albergo, “Locanda della posta”: le carrozze dei viaggiatori più altolocati posteggiavano del resto proprio nella piazza. In quell’albergo, nel 1839, pose fine ai suoi giorni Carlotta Buonaparte, nipote di Napoleone I. Questo triste episodio contribuì probabilmente alla chiusura dell’albergo e l’anno dopo, 1840, il palazzo fu acquistato e poi ristrutturato dal Pietro Neri, che era un sarzanese assai facoltoso.
 I restauri portarono tra l’altro ad abbellimenti importanti, con gli ampi scaloni di marmo pregiato e con i grandi saloni affrescati, con le volte a vela dei piani superiori.
 L’antico orto delle Clarisse, con il suo pozzo ottagonale, divenne un bel giardino lastricato in pietra; una vasca ottagonale, nella parte più elevata, venne contornata da quattro statue di marmo rappresentanti le quattro stagioni.
 Qui visse Luigi Neri. Il palazzo appartiene ora alla famiglia Picchi - Massa Neri.
Palazzo Vescovile
 Percorrendo via Mazzini procedendo da piazza Matteotti verso Porta Romana, poco prima della Cattedrale di Santa Maria, sulla destra sorge il Palazzo Vescovile.
 Fu edificato dopo il 1465, data in cui a Sarzana viene conferito il titolo di città e la chiesa di Santa Maria diviene Cattedrale grazie anche all'interessamento del cardinale Calandrini.
 Il papa Paolo II stabilì che Parentucelli, l'allora vescovo di Luni, dovesse lasciare l'antica città, ormai in decadenza, per porre la sua stabile dimora in Sarzana.
 E' così che il cantiere del palazzo vescovile andò ad aggiungersi ai tanti altri che si aprirono in quel periodo in cui la società sarzanese smaniava di apparire degna del nuovo rango.
L' Oratorio di San Girolamo
L'oratorio di San Girolamo è in Via Dietro il Teatro.
 Dedicato anche alla SS. Trinità, è una costruzione assai elegante, a pianta centrale, a poca distanza dalla cattedrale.
 La prima visita pastorale che lo ricorda è del 1667.
 Attualmente vi ha sede la Confraternita del Preziosissimo Sangue.
Piazza Giacomo Matteotti
 Anticamente era detta "Piazza della Calcandola", dal nome del torrentello che vi scorreva vicino, mentre prima della seconda guerra mondiale era chiamata piazza Vittorio Emanuele.
 Piazza Giacomo Matteotti ha forma irregolare, una sorta di trapezio con l'angolo a nord-est allungato verso l'esterno.
 Tale forma non è frutto di una progettazione ma il risultato ultimo di un lungo lavoro di adattamento operato dall'uomo nell'insediarsi in questo particolare sito: infatti quest'area, fra il torrente Calcandola ed il "burgus Sarzane" (XI sec.), era in origine una distesa alluvionale sassosa, ghiaia o "giara", invasa da frequenti innondazioni del Calcandola.
 L'estensione di quest'area comprendeva anche l'attuale piazza Luni ed il sito del Palazzo Comunale dei secoli XV - XVI.
 Sul finire del XII secolo troviamo così il fronte del "burgus" (da via Domenico Fiasella a via Ippolito Landinelli), la "Giara" poi una lingua di terra oltre la quale scorreva il torrente. Su questo terreno inizieranno ad insediarsi i primi nuclei abitativi che, già sul finire del secolo XII, dovevano essere abbastanza numerosi, se in un documento del codice Pelavicino si parla già del "nuovo borgo di Calcandola".
 Risale a questo periodo la prima definizione della piazza con ogni probabilità nel lato più settentrionale, perchè la zona più a sud (via Bertoloni) doveva avere una destinazione commerciale essendo presso il ponte sul torrente e sulla via principale di traffico, via Mazzini o secondo alcuni studiosi via Sobborgo Spina. Questo trova conferma anche nel toponimo, "n Caleri" in uso ancora oggi, con cui si definisce questa parte della città e che significa luogo usato per il carico e lo scarico del legname (E. Callegari).
 Nei secoli successivi prosegue l'attività edilizia unitamente a quella di bonifica e controllo delle acque, tanto che nel Trecento la piazza è parte integrante della nuova Sarzana e su di essa si aprono attività commerciali, artigianali ed alcune farmacie: in una di queste nascerà Tommaso Parentucelli futuro Papa Niccolò V.
 Nel quattrocento piazza Calcandola è lo spazio civico più importante e viene scelto per la costruzione del nuovo palazzo pubblico: quest'epoca vede anche la costruzione dei nuovi portici cui recentemente sono venute alla luce le colonne originarie.
 Nel cinquecento la piazza si può dire definita nelle sue linee principali come ancora oggi si vede: infatti si completano il palazzo Comunale e la casa dei Parentucelli, vengono ampliate le costruzioni esistenti e fabbricati nuovi palazzi che si affacciano su di essa.